[Tweet “La competenza non è solo teoria o solo tecnica, è l’unità inscindibile di teoria e tecnica”]
L’Istruttore Minibasket e la sua lezione di minibasket
Premessa
Oggi essere Istruttori Minibasket significa sostanzialmente possedere le conoscenze e le competenze irrinunciabili e indispensabili per agire nell’ambito di un progetto educativo-sportivo (gioco-sport) dedicato ai bambini dai 5 agli 11 anni.
Si è ottimi Istruttori Minibasket non tanto perché si possiedono e si esercitano le teorie (conoscenze) e le procedure (abilità) necessarie per svolgere il proprio lavoro in modo eccellente, quanto perché queste sono il nostro attuale modo di essere.
La figura dell’Istruttore Minibasket è sicuramente cresciuta in questi anni, sono migliorate le conoscenze e la professionalità di chi opera in palestra con i bambini e l’Istruttore è diventato il punto di riferimento di tutto il movimento Minibasket.
Il significato di Istruttore come Educatore, la consapevolezza della rilevanza dell’intervento nel processo formativo del bambino da parte del “bravo” Istruttore, è nella speranza di tutti ed è il frutto di un grande impegno per quanto riguarda la formazione e l’aggiornamento degli Istruttori.
Chi non condivide o non capisce il significato di “educare” e continua ad utilizzare il Minibasket come mezzo per realizzare delle proprie personali egoistiche aspettative è “fuori” dal movimento.
Cosa significa Insegnare-Educando?
• Istruttore: colui che istruisce, trasmette e insegna i contenuti di una disciplina sportiva.
• Educatore: colui che educa specificatamente per dovere morale, trasmettendo e insegnando gli elementi fondanti del vivere con gli altri.
[Tweet “Educatore: colui che educa per dovere morale, trasmettendo gli elementi del vivere con gli altri”]
La figura dell’Istruttore-Educatore Minibasket delinea colui che attraverso il gioco-sport del Minibasket riesce a far “tirar fuori” al bambino tutte le sue potenzialità. Come Istruttore lo educa al movimento, sviluppandone le capacità motorie e le abilità annesse, specifiche del Minibasket e come Educatore lo educa attraverso il movimento, sviluppandone le funzioni cognitive, affettive, emotive motorie ed organiche.
Istruttori-Educatori si nasce o si diventa?
Ambedue le cose, si nasce nel momento in cui si possiedono già le motivazioni e le inclinazioni tali da promuovere un determinato tipo di apprendimento e lo si diventa nel momento in cui deve “formarsi” per acquisire le capacità di promuovere l’apprendimento di determinate competenze.
Insegnare-Educando significa realizzare un percorso didattico gratificante e ricco di interesse. Chi lavora e si impegna con i bambini deve far emergere i concetti di crescita e di formazione, concetti ben più importanti di una vittoria o di una sconfitta.
I requisiti per essere un buon Istruttore Minibasket sono:
• motivare i bambini ad apprendere;
• insegnare ai bambini ad utilizzare il corpo durante le lezioni e le partite;
• insegnare ai bambini ad utilizzare la testa durante il gioco.
L’Arte di Insegnare
[Tweet “L’Istruttore deve avere pazienza e attendere il corretto processo di crescita dei bambini”]
Per insegnare Minibasket bisogna essere persone “vere” che prendono a cuore con onestà ed entusiasmo il processo educativo e formativo dei bambini.
L’Istruttore Minibasket deve essere in grado di insegnare, deve utilizzare il giusto metodo di insegnamento al momento opportuno, deve conoscere il Minibasket e la pallacanestro.
Non conta quanti esercizi-gioco o giochi conosce, è molto più importante che presenti una corretta progressione didattico-metodologica e che abbia ben chiari i concetti e i contenuti di ciò che intende insegnare.
[Tweet “Non conta quanti esercizi o giochi conosci, è più importante la corretta progressione didattica”]
Organizzare la lezione, programmare il proprio lavoro, definire gli obiettivi, adattare e modificare i contenuti della lezione, significa porre una continua attenzione ai diversi aspetti che determinano l’apprendimento e lo sviluppo delle capacità motorie dei bambini.
Per intervenire in modo positivo sul processo formativo del bambino, l’Istruttore deve essere costantemente informato e attento a quanto accade durante la lezione, deve correggere al momento opportuno e in modo corretto.
Ai bambini si deve concedere l’errore, evidenziare un errore non significa punire un errato comportamento legato spesso ai diversi ritmi di apprendimento dei bambini; è nell’efficacia della correzione che molto spesso si differenziano il buono e il cattivo Educatore.
Oltre che osservare, l’Istruttore Minibasket deve anche ascoltare i bambini, deve esser pronto e disponibile, attento a cogliere le difficoltà e i problemi che a volte li affliggono.
[Tweet “Oltre che osservare, l’Istruttore Minibasket deve anche ascoltare i bambini”]
L’Istruttore non deve inventarsi sociologo o psicologo, deve aggiornare continuamente le proprie conoscenze e confrontarsi spesso con altri Istruttori: il sapere dell’Istruttore, il conoscere ciò che insegna il saper osservare e ascoltare i bambini non è sufficiente.
Insegnare significa comunicare con i bambini, entrare in relazione con loro (empatia), tenendo presente che non è possibile non comunicare, perché il comportamento umano in situazione di relazione-interazione con gli altri ha sempre un valore di comunicazione (è importante come si comunica, non cosa si comunica).
Troppe volte l’Istruttore dimentica quest’aspetto, concentrando troppo la propria attenzione sui contenuti della comunicazione, tralasciando i modi e il tempo per la comunicazione.
Si può comunicare non solo verbalmente, ma anche con il corpo, con la gestualità e con la mimica del viso e il linguaggio non verbale comprende le modificazioni della voce, il ritmo e la cadenza del linguaggio stesso.
Dalla capacità di osservare, ascoltare e comunicare, nasce l’importanza di motivare i bambini. Le motivazioni che portano i bambini in palestra a giocare a Minibasket certamente esistono, anche se molto spesso sono i genitori che indicano ai figli quale percorso formativo intraprendere.
[Tweet “I bisogni primari del bambino sono il gioco e il confronto con gli altri”]
L’Istruttore deve cercare di soddisfare questi bisogni, dimostrando competenza e conoscenza del Minibasket e attenzione agli aspetti psico-pedagogici dell’insegnamento. Anche in questo caso emerge la significativa importanza del programmare in modo corretto, dell’insegnare e dello stimolare in modo continuo e positivo i bambini.
Le proposte metodologiche del Minibasket devono andare “dal facile al difficile”, “dal noto all’ignoto” e “dal semplice al complesso”, evitando situazioni frustranti che demotivino i bambini e li portino all’abbandono dell’attività motoria e sportiva.
La lezione di Minibasket
[Tweet “La professionalità e la bravura di un Istruttore Minibasket trovano riscontro nella lezione”]
Non è sufficiente possedere le migliori conoscenze metodologiche, pedagogiche e tecniche, se tali conoscenze non si traducono per i bambini in proposte pratiche efficaci e positive.
Creare le condizioni ideali di lavoro significa organizzare l’intervento preparandolo in ogni dettaglio, utilizzando esercizi-gioco, giochi, attrezzi e palloni nella misura opportuna, preoccupandosi in caso di situazioni negative, di rendere producente l’intervento, trovando soluzioni alternative e a tale scopo l’Istruttore deve preparare con cura le proprie lezioni.
La lezione deve essere “modulare” e prevedere:
• la definizione degli obiettivi e dei contenuti;
• l’individuazione della sequenza degli esercizi-gioco e dei giochi che saranno proposti;
• la determinazione della durata, delle ripetizioni o delle modificazioni degli esercizi-gioco e dei giochi previsti;
• l’evidenziazione degli aspetti sui quali si intende far riflettere i bambini;
• la preventiva attenzione alle modalità di composizione dei gruppi di lavoro o delle squadre.
Una “buona lezione” di Minibasket deve avere uno sviluppo modulare, vale a dire che nella programmazione della lezione si deve tener conto di:
• una parte iniziale, nella quale inserire gli esercizi-gioco di attivazione e di educazione e sviluppo delle capacità motorie;
• una parte centrale, nella quale approfondire la conoscenza dei fondamentali di gioco attraverso la presentazione di un gioco-base;
• una parte finale, nella quale sviluppare le situazioni di gioco.
La strutturazione modulare della lezione deve tenere nella giusta considerazione la durata dei tempi di lavoro e delle fasi di recupero e il lavoro dell’Istruttore deve avere come riferimento prioritario gli obiettivi e non i minuti di lavoro.
La professionalità dell’Istruttore non deve essere confusa con la rigidità e la mancanza di adattabilità alle diverse situazioni che si potranno verificare nel corso della lezione.
I pre-requisiti strutturali e funzionali dei bambini sono la base fondamentale sulla quale costruire la programmazione e la definizione degli obiettivi didattico-metodologici.
[Tweet “Molto importantidurante la lezione MB sono i comportamenti e le risposte dei bambini”]
Il loro entusiasmo e la loro attenzione per alcune proposte o il disinteresse per le altre, sono i feedback che ci devono far riflettere sulla validità o meno della lezione stessa.
Senza attenzione e motivazione non può esserci apprendimento e a volte è inutile insistere su una lezione ben preparata, ma che in quel momento non suscita attenzione e interesse nei bambini.
L’Istruttore deve essere pronto e attento a cogliere tutto ciò, osservando ed ascoltando i bambini, per eventualmente modificare il lavoro previsto.
Non sempre però, le condizioni nelle quali l’Istruttore deve realizzare la propria lezione sono le migliori:
• il numero eccessivo dei bambini presenti;
• l’eterogeneità dei gruppi dovuta alle diverse età o capacità;
• l’inadeguatezza, spesso ricorrente, delle strutture nelle quali l’attività di Minibasket è svolta;
• la carenza di palloni o di attrezzi a disposizione.
Le due lezioni settimanali sono la consuetudine oramai consolidata per la realizzazione pratica dei corsi di Minibasket.
Due ore settimanali sono poche per incidere fortemente sul miglioramento delle capacità motorie dei bambini, ma un sensibile sviluppo può essere determinato dall’attenzione posta dall’Istruttore all’intensità del lavoro pratico da svolgere.
[Tweet “2 ore settimanali sono poche per migliorare le capacità motorie dei bambini”]
I bambini quando giocano vogliono essere i protagonisti attivi del gioco, ma troppo spesso l’Istruttore con spiegazioni esageratamente lunghe, osservazioni inopportune e noiose e la non attenzione ai tempi di esecuzione e recupero, li coinvolge poco e li rende poco partecipi alla lezione.
I bambini dai 5 agli 11 anni, nel periodo di maggior sensibilità per l’educazione e lo sviluppo delle capacità motorie, devono giocare, vivere la lezione essere curiosi ed entusiasmarsi per le numerose proposte presentate dall’Istruttore ed essere disponibili alla prestazione motoria.
[Tweet “”I bambini dai 5 agli 11 anni, per sviluppare al massimo le capacità motorie, devono giocare”]
L’Istruttore deve continuamente riflettere sul lavoro svolto, deve osservare i bambini a fine lezione, non restare insensibile ai loro commenti e alle loro pungenti considerazioni, guardare i loro occhi per capire quanto di buono si è fatto.
Tutto ciò significa guardare dentro se stessi per capire se l’impegno profuso e il tempo dedicato ai bambini è servito veramente alla loro crescita e al proprio miglioramento personale.
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Prof. Maurizio Mondoni
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