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Come comunicare nel minibasket

Come comunicare nel minibasket

I bravi Istruttori si distinguono dagli altri se possiedono una grande capacità comunicativa con i loro bambini.

Un Istruttore, oltre alle competenze tecniche, deve:
– possedere empatia;
– essere uno psicologo;
– essere un pedagogo orientato verso una concezione umanistica dell’attività motoria e sportiva.

In tutte queste caratteristiche rientra anche la sua capacità comunicativa interpersonale (non solo quella orientata al successo sportivo).
Grazie ad un adeguato modo di comunicare (verbale e non verbale), un Istruttore deve trasmettere e adattare le informazioni ai bambini (sia quelle relative alla comunicazione individuale che quelle rilevanti per l’atto motorio).

Gli Istruttori che insegnano attraverso la didattica (e non attraverso il didatticismo) sono specialisti nella trasmissione e nella presentazione delle informazioni (dal semplice al difficile, verifica dell’apprendimento).
Secondo il tipo di trasmissione delle informazioni, s’innescano anche i processi emozionali, che in alcune circostanze hanno una grande importanza per l’esecuzione dell’atto motorio.

Il compito dell’Istruttore (in quanto persona che comunica), è quello di trasmettere al bambino le informazioni individualmente “giuste” in maniera convincente, al momento opportuno, con il giusto dosaggio e in modo tale da fornire un supporto adeguato al tipo di apprendimento in questione. Le informazioni possono essere fornite prima dell’inizio dell’azione motoria, durante l’esecuzione del movimento e al termine dell’esecuzione dell’azione motoria.

Le informazioni che arrivano, devono contenere l’essenziale per l’apprendimento, devono essere semplici all’inizio, in modo che il bambino le comprenda nella loro globalità. In relazione a come ha appreso un determinato gesto o movimento, il bambino durante il gioco si comporterà di conseguenza (strategia personale).

Bisogna evitare di creare bambini robot, ma bisogna fare in modo che possano commettere errori per riuscire successivamente a fare meglio.

Il bambino deve arrivare a trovare da solo la strategia corretta per risolvere situazioni-problema che si presentano durante il gioco e tanto più ampio sarà il suo bagaglio motorio, meglio saprà comportarsi durante il gioco.

Il momento giusto per far apprendere

Esistono delle regole da seguire nel processo dell’apprendimento:
– dal semplice al difficile;
– dal conosciuto allo sconosciuto;
– correggere al momento giusto e con termini corretti;
– logica applicata al movimento (prima di fare è importante capire);
– presentare situazioni-problema da risolvere e non fornire soluzioni precostituite;
– creare un ampio bagaglio motorio;
– variare le gare, gli esercizi e i giochi;
– i ritmi di apprendimento sono diversi da bambino a bambino;
– verificare se ciò che è stato presentato è stato appreso;
– correggere, consigliare, aiutare durante il gioco e non da fermi;
– utilizzo corretto dei feedback;
– utilizzo corretto della voce da parte dell’Insegnante;
– autocorrezione;
– facilitare l’esecuzione di un gesto, scomponendolo nelle diverse parti
– evitare di automatizzare un gesto troppo precocemente;
– stabilizzare e memorizzare gesti e movimenti corretti;
– dimostrare tecniche esecutive (dal semplice al difficile) adatte alle
diverse età.

E’ importante allenare la tecnica all’inizio in modo generale, che interessi più discipline sportive simili (ad esempio: sport collettivi di situazione), per poi analizzare le singole parti del movimento o del gesto.

Fasi consequenziali
Per i principianti (1° livello), occorre creare dei presupposti che promuovano un corretto processo di apprendimento. L’obiettivo è sviluppare un senso di percezione del proprio corpo nello spazio e nel tempo. I bambini devono imparare a muoversi, a conoscere e gestire il proprio corpo nello spazio e nel tempo, a conoscere la palla (e gli altri attrezzi), a possedere tantissime esperienze motorie (con tante varianti) e a saper giocare a molti giochi-sport di situazione. Inoltre l’Istruttore deve educare e sviluppare le capacità senso-percettive e gli schemi motori e posturali.
Per il 2° livello occorre creare le basi che promuovano il processo di allenamento. L’obiettivo è sviluppare nel bambino una competenza di azione tecnico-motoria di carattere generale, estesa a diverse discipline sportive.
L’azione deve essere multilaterale, polisportiva, polivalente, atta a educare e sviluppare le capacità e abilità motorie individuali (le capacità coordinative in modo particolare, iniziando anche a strutturare quelle condizionali).
Al 3° livello occorre acquisire e consolidare i gesti specifici del Minibasket. L’obiettivo è sviluppare programmi di insegnamento della tecnica in relazione alle diverse situazioni di partenza. Sulla base (solida) creata precedentemente, occorre costruire la tecnica (dal semplice al difficile) esecutiva individuale.
Al 4° livello occorre fare in modo che tutto ciò che è stato appreso sia applicato durante il gioco (capacità di gioco). L’obiettivo è realizzare molteplici forme di applicazione grazie alle varianti dei programmi base (dal giocobase al gioco strutturato).
E’ importante proporre esercizi e giochi con molte varianti e molteplici soluzioni (tempo, spazio, attrezzi), per rendere il gesto sempre più economico e fluido.
Al 5° livello l’Istruttore deve fare in modo che emerga nei bambini la volontà di migliorare la personalità e il carattere).
Al 6° livello bisogna lavorare progressivamente sul perfezionamento specifico dei gesti tecnici del Minibasket, senza dimenticarsi di allargare il più possibile le esperienze motorie e sportive di base, che possano adattarsi alle diverse situazioni di gioco.

In ultimo……l’Istruttore deve possedere buon senso e non pensare che tutti i suoi bambini siano uguali!

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Prof. Maurizio Mondoni
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