CLINIC Treviso 10 dicembre 2016
Come insegnare i movimenti senza palla in attacco in funzione del passaggio (10-11 anni)
Premessa
Il Minibasket ha bisogno di bambini intelligenti, non di bambini “Joystik” o “Play-station”, o “Robot” che eseguono meccanicamente ciò che propone l’Istruttore, i bambini a quest’età preferiscono essere stimolati piuttosto che istruiti.
Non bisogna proporre ai bambini esercizi e giochi da ripetere senza pensarci, dobbiamo creare bambini creativi, fantasiosi, che commettano degli errori, che riflettano su che cosa devono fare, che prendano delle decisioni e che siano intraprendenti.
A tale scopo gli Istruttori devono:
– presentare esercizi “intelligenti”;
– infondere nei bambini entusiasmo, voglia di giocare e di divertirsi;
– coinvolgerli emotivamente;
– metterli in condizione di prendere delle decisioni, siano esse giuste o sbagliate.
Per fare tutto ciò l’Istruttore Minibasket deve essere creativo, fantasioso, sensibile, paziente, sereno, disponibile, intelligente, con buon senso, innamorato del Minibasket e capace di emozionarsi.
Ogni Istruttore ha una propria idea di cosa è il Minibasket, io ho la mia e credo in quello che faccio.
Mostrerò i miei giochi, il mio modo di concepire il Minibasket, che spesso ho messo in discussione, ma sono dell’idea che il Minibasket deve essere dei bambini e non dell’Istruttore.
Bisogna partire dal modo di giocare dei bambini e non da ciò che si vuole insegnare.
Quando i bambini vengono in palestra portano con sé delle grosse attese: vogliono giocare, divertirsi e conoscere nuovi amici.
L’ora di Minibasket è forse l’unico momento della giornata in cui i bambini si sentono liberi e deve essere una risposta positiva ai loro bisogni e alle loro esigenze.
A volte noi Istruttori inventiamo esercizi difficili, pensando che possano risolvere i problemi della partita e ci facciano vincere, inventiamo schemi di gioco, ma non risolviamo i problemi dei bambini che vogliono divertirsi e non diventare dei robot.
Io quando ho terminato una lezione di Minibasket mi chiedo subito “I bambini si saranno divertiti, saranno soddisfatti?
Cosa bisogna proporre?
A quest’età (10-11 anni) bisogna presentare ai bambini giochi semplificati (come base dell’insegnamento) e utilizzare una metodologia d’insegnamento (di tipo misto: si parte dal globale, si passa per l’analitico per poi ritornare al globale) che parta da un gioco-base (es. 1 c 1, 2 c 2, 3 c 3, 2 c 1).
Durante l’esecuzione del gioco-base l’Istruttore deve osservare i bambini e rendersi conto di ciò che sono in grado di fare e di ciò che non sono in grado di fare bene.
In relazione a ciò che non sanno fare bene, deve lavorare in modo analitico e presentare esercizi “ad hoc” per poi ritornare al gioco-base e verificare che ciò che ha proposto abbia portato a dei miglioramenti nella capacità di gioco.
Se vogliamo che i bambini imparino a giocare bene 5 contro 5 (non bisogna fissare i ruoli, tutti i bambini devono giocare in tutte le posizioni) e in modo organizzato, facciamoli giocare spesso 3 contro 3 e in situazioni di sovrannumero e sottonumero.
Il nostro obiettivo è di trasformare gli schemi motori di base (camminare, correre, saltare, ricevere, etc.) e posturali (flettere, estendere, allontanare, avvicinare, etc.) che sono abilità motorie semplici, in abilità motorie complesse (fondamentali individuali cestistici) educando e sviluppando le capacità motorie individuali (condizionali, coordinative e di mobilità articolare). La tecnica cestistica non migliora se non si educano e si sviluppano le capacità motorie individuali. Bisogna far giocare subito i bambini e partire da ciò che sono in grado di fare: niente schemi di gioco, idee di gioco e ………. non dobbiamo insegnare assolutamente gli scivolamenti difensivi perché il bambino non difende, ma attacca l’attacco.
I bambini in difesa attaccano solo chi è in possesso di palla, gli altri senza palla, per loro non contano nulla.
IPOTESI DI LAVORO (non si deve lavorare a minuti ma per obiettivi!)
Il mio lavoro è suddiviso in fasi:
– libertà
– riscaldamento
– gioco-base
– osservazione
– lavoro analitico
– ritorno al gioco-base
Libertà: osservare i bambini mentre palleggiano, tirano e si muovono nel campo.
Riscaldamento
a) Riscaldamento senza palla
1) Correre liberamente per il campo e saltare le linee del campo (a piedi pari, su di un piede e sull’altro, in avanti, indietro, lateralmente).
2) Correre e al segnale dell’Istruttore corsa laterale a dx e a sx, corsa all’indietro, arresto, cambio di direzione, scivolamenti, saltare in alto a braccia alte (e se si incontra un compagno “give me five”).
3) Giocare a prendersi: il cacciatore deve cercare di toccare in 30” i compagni (a tutto campo, a metà campo, in spazi sempre più ristretti).
4) Lavoro propriocettivo sui piedi:
a) rimanere in appoggio su di un piede;
b) partire da fermi, fare un salto, girarsi e ritornare nella posizione di partenza;
c) saltelli su di un piede (dx e sx);
d) salire e scendere da uno step;
e) hockey step.
b) Riscaldamento con palla
1) Correre e palleggiare liberamente per il campo, saltando le linee del campo, cambiare di velocità, senso, direzione.
2) Correre liberamente per il campo e al segnale eseguire un esercizio di ball-handling e poi riprendere a correre.
3) “Tutti contro tutti”: palleggiare e cercare di far uscire la palla dal campo agli altri (a tutto campo, a metà campo, in spazi ristretti).
4) 1 c 1: cercare di portarsi via la palla, toccare le ginocchia, toccare la schiena.
6) 1 c 1: con una mano palleggiare e con l’altra tirarsi (vedere chi resiste di più).
7) “Mani-piedi”: palleggiare la palla con le mani, al segnale “portarla” per il campo con i piedi, al segnale lanciarla in alto e riprenderla; continuità.
9) Palleggiare liberamente per il campo e al segnale arresto in uno o due tempi e giro (utilizzo del piede perno) per vedere dove si trova l’Istruttore.
10) Palleggiare 2 palloni contemporaneamente (in avanti, indietro, a slalom).
11) A coppie: A comanda e B imita (l’ombra).
12) Esercizi individuali e a coppie con le palline di tennis.
13) Esercizi individuali e a coppie con i palloncini.
14) Esercizi individuali e a coppie con le bacchette di legno.
15) Esercizi a coppie di opposizione e resistenza.
In questa prima fase del lavoro l’obiettivo è di iniziare in modo piacevole, divertente, di innalzare la frequenza cardiaca, di mobilizzare le articolazioni. Non utilizziamo il fischietto troppo spesso.
Dopo il riscaldamento si passa al gioco-base
Gioco-base
Possiamo proporre tantissimi giochi-base, in base al tipo di lavoro che vogliamo effettuare in palestra.
Per esempio (in funzione dei movimenti senza palla) i giochi base possono essere:
1) 2 c 2
2) 2 c 1
3) 3 c 1
Osservazione
In questa fase e in base a ciò che l’Istruttore osserva (i bambini non sanno palleggiare, hanno poco equilibrio, non hanno il concetto di spazio, passano male la palla, non sanno a chi passarla, non sanno smarcarsi) deciderà cosa proporre in modo analitico: esercizi di equilibrio, esercizi di palleggio, di tiro, di passaggio, etc.)
Proposte analitiche di esercizi
1) Tre file sulla linea laterale: A e B al segnale entrano in campo e devono cercare di toccarsi le mani senza farsi toccare da X, che è entrato in campo subito dopo.
2) Lo stesso esercizio con palla: A e B devono cercare di passarsi la palla o palleggiare e X deve cercare di toccare A o B (chi è in possesso di palla).
3) 1 c 1: A cerca di oltrepassare la metà campo e B cerca di toccarlo (con e senza palla).
4) A coppie: A parte da fondocampo senza palla e deve cercare di ricevere la palla dall’Istruttore (situato a metà campo), senza farsi toccare da X che parte da metà campo; ricevuta la palla deve cercare di oltrepassare la metà campo senza farsi toccare da X.
5) A gruppi di 3 (da fermi): A e B si passano la palla e X deve cercare di intercettare la palla. In diversi modi:
a) A che si può muovere in palleggio;
b) B che può smarcarsi;
c) entrambi si possono muovere.
6) “Tracuzzi drills”: situazioni di sovrannumero e sottonumero (2 c 1 a metà campo e a tutto campo).
7) Due file (A a dx e B a sx del canestro) e l’Istruttore in mezzo (con palla): A (con palla) gioca 1 c 1 contro x e poi va a difendere su B (che ha ricevuto la palla dall’Istruttore); continuità.
8) Lo stesso esercizio con due passatori.
9) Tic-tac a 3 andata e ritorno 2 c 1, oppure Treccia a 3.
10) Tic-tac a 3 (con 3 difensori che seguono) e ritorno 3 c 3 (in forma libera).
11) Giochi a 2 e a 3: dai e vai, dai e cambia di posto (2 c 2 e 3 c 3).
12) Esercizi di contropiede in forma libera (senza e con difesa).
13) 3 c 0 da fondo campo: fissa 3 posizioni e al segnale A passa a B e deve andare ad occupare una posizione e poi conclusione a canestro.
14) Lo stesso esercizio con un difensore, con 2 difensori, con 3 difensori.
15) 3 c 3: gioco dei 7 passaggi (senza palleggio, con palleggio, contare i falli, etc.).
Ritorno al gioco-base e verifica del lavoro svolto
E’ importante ritornare al gioco-base e verificare se gli errori che erano stati commessi precedentemente sono diminuiti e la capacità di prestazione è migliorata:
1) 2 c 2
2) 2 c 1
3) 3 c 1
Idee-partita
Non dobbiamo creare giocatori robot o preparare schemi di gioco per vincere le partite. Dobbiamo cercare di migliorare i fondamentali individuali dei bambini, mettendoli in condizione di giocare a palleggiare, a difendere, a smarcarsi e passare la palla, facendoli divertire. E’ importante fornire loro delle idee-partita da sfruttare al meglio in partita (“cassetto della memoria”):
1) Se hai la palla in mano e non hai un difensore davanti, vai a canestro per la via più breve e con la mano forte.
2) Se hai la palla in mano e hai un tuo compagno libero vicino al canestro avversario devi assolutamente passargli la palla.
3) Se sei vicino al canestro non palleggiare, tira subito.
4) Se hai la palla in mano e hai un difensore davanti cerca di batterlo in palleggio (di dx o di sx) o con un passaggio (se si è smarcato).
5) Se non hai la palla in mano, devi muoverti e trova uno spazio per riceverla (dove non c’è il difensore).
6) Se non sei in attacco, attacca chi sta attaccando e mettilo in difficoltà.
Esercizio finale
– 5 c 5 in forma libera a tempo o a punti (senza ruoli fissi, difesa individuale).
– Fulmine.
Conclusioni
Questo è il mio modo di insegnare.
Ho insegnato in Italia, in Europa e in tutto il mondo in questo modo e ho raccolto solo consensi, spero di raccoglierli anche qui a Treviso.
Il mio Minibasket e la mia pallacanestro sono fatti di cose semplici ma reali.
E’ importante presentare in allenamento ciò che si vuole che i bambini rappresentino in partita.
Non mi piace insegnare i blocchi a 10-11 anni, io voglio che i bambini imparino a smarcarsi e quando l’avranno imparato, a 14-15 anni insegnerò i blocchi.
Mi piace molto lavorare sul contropiede e su “penetra e scarica”: la pallacanestro è fatta di 1 c 1 con palla e di 1 c 1 senza palla e da qui nascono i giochi a 2.
Questa è il mio Minibasket a quest’età, questa è la mia pallacanestro!
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