L’Istruttore nel Minibasket dell’autonomia deve essere uno stimolatore dei processi di apprendimento
Premessa
Guidare il bambino verso un apprendimento autonomo è lo scopo principale dell’attività di insegnamento del Minibasket.
Il compito fondamentale dell’Istruttore Minibasket è di favorire i processi di apprendimento dei bambini.
Apprendere non è solo memorizzare, cioè conservare dati e informazioni e imparare, predisponendosi all’esecuzione di determinati compiti, ma è soprattutto acquisire sempre nuovi atteggiamenti e comportamenti.
E’ questa una visione dinamica e operativa del Minibasket, elaborativa, produttrice di nuove informazioni e conoscenze.
L’apprendimento è un processo attraverso il quale il bambino, elaborando le proprie esperienze, modifica il proprio comportamento e le proprie conoscenze, per adattarsi in modo autonomo agli stimoli che provengono dal suo stato personale (enterocettivi) e dall’ambiente (esterocettivi).
Secondo questo quadro, l’Istruttore non è la “causa diretta” dell’apprendimento, ma si traveste da Animatore e agevola, organizza e sollecita le occasioni dell’apprendimento dei bambini.
Il bambino, attraverso queste esperienze (stimoli esterni e interni), trova le basi per risolvere le situazioni-problema che l’Istruttore gli presenta.
L’Istruttore Minibasket
L’Istruttore Minibasket non deve conoscere solo gli esercizi, deve possedere diversi requisiti:
A questo proposito, parafrasando Carl Rogers, al centro di tutto il sistema educativo c’è la relazione Istruttore-bambino, che deve essere fondata sulla stima e rispetto reciproci.
L’Istruttore non deve assumere un ruolo nella relazione con il bambino, deve:
In questo modo diventerà un facilitatore dell’apprendimento e stimolerà la motivazione al gioco dei bambini.
La comunicazione
La corretta comunicazione è il veicolo privilegiato dell’apprendimento che si sviluppa attorno alle quattro aree della comunicazione:
I fattori dell’apprendimento
Numerosi sono i fattori che condizionano l’apprendimento:
Cosa significa apprendere
L’apprendimento non è un processo uniforme nel tempo. Si possono distinguere tre fasi:
*Queste due ultime fasi traducono l’automatizzazione progressiva dei processi di produzione e di controllo delle azioni motorie. Con il procedere della pratica, l’autonomia del soggetto si traduce con l’associazione tra le condizioni iniziali e le procedure da utilizzare senza ricorrere al controllo cognitivo. Il soggetto impara ugualmente a valutare gli effetti della sua azione senza un ricorso sistematico alle informazioni di ritorno (feedback) date dall’Istruttore. Nel corso delle fasi associative e autonome, il soggetto integra i sottocompiti in un’unità di livello superiore, esercitando solo un controllo intermittente della procedura durante l’esecuzione, portando la sua attenzione su determinati punti precisi di questa procedura.
Che cosa si apprende?
Nella prospettiva cognitiva il soggetto è considerato come un sistema di trattamento dell’informazione, assistito da basi conoscitive e immagazzinate in memoria e meccanismi di richiamo e di utilizzazione delle conoscenze in seno alle rappresentazioni. In queste condizioni il soggetto apprende l’insieme dei processi che portano alla produzione della risposta, tanto sul versante percettivo quanto su quello decisionale.
Per i meccanismi percettivi e decisionali l’apprendimento si traduce essenzialmente in un aumento delle quantità di conoscenze memorizzate, nella strutturazione si queste conoscenze e nella “proceduralizzazione” delle conoscenze.
Per il versante motorio (ciò che si svolge dopo la fase percettiva e decisionale di scelta della risposta), possono essere distinti due aspetti dell’apprendimento:
I meccanismi di coordinazione supportano l’elaborazione delle azioni motorie complesse (esempio: battere in palleggio un avversario, andare a rimbalzo, passare la palla a un compagno).
I meccanismi di controllo permettono l’adattamento delle coordinazioni alle esigenze del compito da realizzare.
L’attenzione
L’attenzione di un bambino (capacità attentiva) è legata alla motivazione e all’interesse (Singer 1980). L’attenzione dipende anche dallo stato interno del bambino e dalle competenze percepite (Carver e Sheier 1981) e i processi attentivi associati all’anticipazione, la ricerca visiva, la concentrazione e la selettività cambiano con la crescita e lo sviluppo, ma anche con l’esperienza.
Ross (1976) indica che i bambini sono focalizzati su un aspetto della situazione che è loro presentata. La ricerca visiva è limitata fino a 6 anni e l’apprendimento per adattamento e risoluzione dei problemi è posteriore e ha un picco verso i 10-12 anni, quando le capacità percettive e di osservazione sono in aumento.
Con l’età e le esperienze maturate i bambini imparano a focalizzare l’attenzione con l’aiuto di strategie appropriate e imparano che bisogna centrare l’attenzione solamente sugli aspetti essenziali del compito da risolvere.
Il controllo dell’attenzione aumenta la capacità di anticipazione.
Prendere una decisione e preparare il movimento
L’abilità nel prendere delle decisioni rapide ed efficaci è in funzione dello stadio di sviluppo.
Studi di laboratorio (Hodgkings 1963) hanno dimostrato che il tempo di reazione diminuisce ogni anno, quindi questa capacità si deve educare e sviluppare precocemente.
L’Istruttore Minibasket deve cercare, durante la lezione, di tenere desta l’attenzione dei bambini, attraverso una metodologia d’insegnamento adeguata.
Un bravo Istruttore è colui che sa coniugare attività:
Quindi nel momento di presentazione di un gioco o di un esercizio, l’utilizzo di linguaggi verbali e non verbali, il tipo di gioco o di esercizio, l’utilizzo della comunicazione individuale o di gruppo, diventano espedienti molto importanti per far conseguire ai bambini un buon apprendimento.
L’Istruttore Minibasket, quando insegna, deve tener conto della specificità di ogni bambino a cui si rivolge, che è il vero protagonista del sistema insegnamento-apprendimento.
La metodologia di insegnamento e la programmazione
L’Istruttore Minibasket non deve avere dei modelli fissi di insegnamento a cui ispirarsi, ma deve possedere metodi duttili da adattare alle esigenze formative dei singoli bambini e alle loro particolari capacità.
Una corretta metodologia didattica di insegnamento del Minibasket deve partire sempre dal bambino, dalla sua situazione di partenza (non solo cognitiva, ma anche socio-relazionale in base all’ambiente di appartenenza), dai prerequisiti (strutturali e funzionali) che possiede e dalle conoscenze pregresse sulle quali innestare quelle nuove.
In tal modo l’apprendimento sarà significativo per i bambini, poiché si partirà dai loro interessi, dai loro bisogni, dalla realtà socio-culturale in cui vivono, mantenendo sempre alto il livello motivazionale e l’interesse.
L’Istruttore, nell’ambito di una corretta programmazione (prima virtuale e poi reale) del gruppo, passerà dalla valutazione iniziale alla valutazione intermedia (per verificare lo sviluppo di nuove capacità e conoscenze) e infine alla valutazione finale (valutazione sommativa), cioè al controllo del risultato finale (conseguimento o non conseguimento degli obiettivi inizialmente prefissati).
L’Istruttore Minibasket deve essere in grado di attivare diversi canali di comunicazione, per coinvolgere tutti i bambini, stimolarli e renderli partecipi al processo dell’apprendimento.
A tale scopo la metodologia di insegnamento del Minibasket deve comprendere il maggior numero possibile di tecniche (e non una solamente), al fine di rendere vario, flessibile, ricco ed efficace l’insegnamento.
I piccoli attrezzi
L’impiego di piccoli attrezzi (palline da tennis, cerchi, coni, cinesini, bacchette di legno, ostacoli “over”, palle e palloni di diverso tipo, giornali, bolle di sapone, racchette da tennis tavolo, palline da tennis tavolo, foulards, palloncini, etc.), oltre al pallone da Minibasket, consente di rendere protagonista il bambino del suo sapere, in quanto secondo la modalità d’uso di questi attrezzi, può scegliere l’esecuzione dell’esercizio a lui più consona e in base alle sue possibilità.
Giocare con questi piccoli attrezzi significa rispettare i tempi utili di apprendimento di ciascun bambino, in quanto possono essere ripetute le esecuzioni (senza timore di sbagliare) e quindi la chiarificazione dei concetti.
Un altro grande vantaggio nell’utilizzo dei piccoli attrezzi è la possibilità di autovalutazione da parte del bambino durante l’esecuzione (sono capace, non sono capace, quasi ci sono riuscito: consapevolezza dei propri mezzi), imparando anche dagli errori, che non devono essere vissuti come motivo di sconforto e di insuccesso, ma come un’occasione di riflessione, al fine di comprenderne la causa e di evitarne la ripetizione.
L’aspetto motivazionale e la tecnica utilizzata
L’aspetto ludico-motivazionale è molto importante, infatti il bambino vive l’esecuzione dei giochi e degli esercizi come una sfida e in caso di insuccesso, è spinto a correggersi e a rivedere il proprio comportamento.
Il problem-solving è la tecnica utile per l’insegnamento e per l’apprendimento: il contenuto è proposto sotto forma di problemitizzazione, affinchè diventi un momento di riflessione e di conquista autonoma da parte del bambino.
Il sapere del Minibasket
Il sapere del Minibasket (non esiste un solo modo per insegnare il Minibasket, ma molte sono le filosofie di insegnamento) non è più contenibile e quindi l’Istruttore non può esserne l’unico detentore.
A tale scopo occorre fornire:
L’Istruttore deve mettere il suo sapere a disposizione dei bambini, il Formatore a disposizione dei partecipanti ai Corsi di Formazione, affinchè diventi il punto di partenza per un loro ulteriore arricchimento culturale e autonomo.
Per rendere efficace il proprio metodo di insegnamento, l’Istruttore Minibasket deve:
Il nuovo Istruttore Minibasket deve entrare nel mondo dei bambini, analizzando e comprendendo le loro problematiche e le loro caratteristiche, attraverso un ascolto attivo.
La professionalità
L’Istruttore deve essere professionale, cioè colui che conosce e mette in pratica le quattro essenze dell’Istruttore vero (anche se “qualcuno” afferma che queste quattro essenze sono ormai sorpassate! Sic!):
Tutto questo deve essere vissuto alla luce di un grande amore per i bambini che sono la cosa più grande e più bella del nostro mondo, perché solo un tale sentimento è in grado di farci partecipi al loro mondo, senza mai essere o sentirci sorpassati.
Il mondo dei bambini
Se vogliamo essere partecipi del mondo dei bambini, dobbiamo essere sempre attuali, aggiornati, disponibili, comprensivi, propositivi, giusti e sempre da esempio.
Nessuno possiede la verità assoluta nel Minibasket, ma tutti possiamo essere portatori di piccole certezze, purchè siano tutte sostenute da un denominatore comune: pensare sempre al bene del bambino!
Il bene del bambino non coincide a volte con il pensiero dell’Istruttore, le sue attese e aspettative, troppo spesso, lasciano il passo ad azioni e atteggiamenti, calati dall’alto dell’esperienza dell’adulto, che non fanno parte della sua realtà e quindi che non interessano e non lo coinvolgono.
Il Minibasket non è la pallacanestro in miniatura.
Il bene non ha tempo, non ha confini, non sta dentro gli schemi: pensare e realizzare il bene dei bambini è l’essenza vitale di ogni buon Istruttore-Educatore!
Io sto con i bambini.
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Prof. Maurizio Mondoni
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